Il Capitano Billy the Kid sul fronte di Palermo
A Reggio Calabria era conosciuto come il Mastino. Quando arrivò a Palermo all’inizio del 1981 per comandare la nuova sezione Anticrimine istituita dai Carabinieri per combattere la criminalità organizzata i suoi uomini lo ribattezzarono Billy the Kid. Il Capitano Angiolo Pellegrini aveva meno di 40 anni quando si trovò ad affrontare in prima linea la seconda guerra di mafia, quella che insanguinò la Sicilia e vide prevalere i “viddani” di Totò Riina sulle famiglie storiche dei Bontade, degli Inzerillo e dei Badalamenti. Un bagno di sangue senza precedenti, e non solo tra gli eserciti degli uomini d’onore. Sotto i colpi dei sicari di Cosa Nostra cadevano anche poliziotti, carabinieri, magistrati.
Il Capitano Pellegrini fu tra gli ultimi a incontrare il Consigliere Istruttore Rocco Chinnici. “Sto per disporre l’arresto dei Salvo: Capitano, si tenga pronto”, gli disse allora Chinnici.
Era la fine di luglio del 1983 e pochi giorni dopo Chinnici sarebbe saltato in aria in un attentato in stile libanese che suscitò sgomento a Palermo e in tutta Italia.
Dopo Chinnici arrivò Caponnetto e l’embrione del pool antimafia prese finalmente corpo. Grazie soprattutto a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino.