La copertina del libro “Goli Otok Italiani nel Gulag di Tito” Giacomo Scotti

Giacomo Scotti e il Gulag in mezzo al mare

Ha scritto decine di libri ma meriterebbe che un libro fosse scritto su di lui. Partito da Napoli non ancora ventenne nel 1947, Giacomo Scotti si trasferì in Istria animato dallo slancio del giovane comunista certo che nella Jugoslavia del Maresciallo Tito avrebbe trovato il socialismo realizzato nel quale sognava di vivere.

Una militanza che non gli ha impedito di riconoscere gli errori e gli orrori del Paese che aveva scelto.

Scotti è l’uomo che per primo nel 1991 ha raccontato con il rigore del giornalista e la sapienza del narratore consumato la tragedia dell’Isola Calva. Il suo “Goli Otok, Italiani nel Gulag di Tito” edito dalla Lint di Trieste (Il gulag in mezzo al mare. Nuove rivelazioni su Goli Otok, è il titolo dell’edizione più recente, del 2012) ha squarciato il velo su una realtà ignorata per i lunghi decenni della Guerra fredda. E’ stato lui nel 2002 a guidarci alla ricerca dei sopravvissuti di Goli Otok e con loro ci ha accompagnato a rivedere i luoghi che furono teatro di quella esperienza indicibile e a lungo non detta. I fiumani Gino Kmet e Silverio Cossetto avevano vent’anni quando furono internati sull’Isola e 50 anni di più quando con me e Giacomo hanno avuto il coraggio di tornarci, in un freddo giorno di novermbre. “Gino è morto tre anni fa e Silverio non lascia il letto da molto tempo”, mi dice oggi Scotti.

Questo racconto è dedicato ai testimoni che ci sono ancora e a quelli che non ci sono più.