“Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio”, sono le dure parole che pronuncia la vedova di uno degli uomini della scorta, Vito Schifani. Quella invocazione al perdono, all’amore suscita profonda emozione nell’opinione pubblica che sfoga la sua rabbia contro i vertici dello Stato. Sono passati due giorni dalla strage di Capaci e mentre a Roma viene eletto Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, a Palermo si svolgono i funerali delle vittime, ai quali partecipa l’intera città, assieme a colleghi, familiari e personalità come Giuseppe Ayala e Tano Grasso. Gli alti rappresentanti del mondo politico, presenti in chiesa, come Giovanni Spadolini, Claudio Martelli, Vincenzo Scotti, Giovanni Galloni, vengono duramente contestati. A quelle critiche si aggiungeranno gli sfoghi di Ilda Boccassini amica di Falcone, che punta il dito contro coloro che lo hanno tradito.

Il sostituto procuratore, Ilda Boccassini (Ansa)
Le sue parole, pronunciate ai colleghi nell’aula magna del tribunale di Milano, sono sassi: «Voi avete fatto morire Giovanni, con la vostra indifferenza e le vostre critiche; voi diffidavate di lui; adesso qualcuno ha pure il coraggio di andare ai suoi funerali».
Nel suo sfogo il magistrato, che si farà trasferire a Caltanissetta per indagare sulla strage di Capaci, ricorderà anche il linciaggio subito dall’amico da parte dei suoi colleghi magistrati. «Due mesi fa ero a Palermo in un’assemblea dell’ANM. Non potrò mai dimenticare quel giorno. Le parole più gentili, specie da Magistratura democratica, erano queste: Falcone si è venduto al potere politico. Mario Almerighi lo ha definito un nemico politico. Ora io dico che una cosa è criticare la Superprocura. Un’altra, come hanno fatto il Consiglio superiore della magistratura, gli intellettuali e il cosiddetto fronte antimafia, è dire che Giovanni non fosse più libero dal potere politico. A Giovanni è stato impedito nella sua città di fare i processi di mafia. E allora lui ha scelto l’unica strada possibile, il Ministero della Giustizia, per fare in modo che si realizzasse quel suo progetto: una struttura unitaria contro la mafia. Ed è stata una rivoluzione».