Biografia del magistrato Giovanni Falcone
Giovanni Salvatore Augusto Falcone (Palermo, 18 maggio 1939 – Palermo, 23 maggio 1992) è stato un magistrato italiano e insieme al collega e amico Paolo Borsellino è considerato una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale. Nel 1964, il futuro giudice vince un concorso ed entra nella magistratura italiana. Nello stesso anno, nella Basilica della Santissima Trinità del Cancelliere sposa Rita Bonnici, maestra elementare di cinque anni più giovane. Nel 1965, a soli 26 anni, diviene pretore a Lentini. Per dodici anni, a partire dal 1966, opera al tribunale di Trapani, nei primi anni come sostituto procuratore e giudice istruttore. Nell’aprile del 1969 la malattia del padre – un tumore all’intestino che lo avrebbe poi portato alla morte nel 1976 – lo toccò profondamente. In quegli anni Giovanni Falcone inizia ad accogliere i principi del comunismo sociale di Enrico Berlinguer in occasione delle elezioni politiche italiane del 1976, sebbene la sua famiglia avesse da sempre votato Democrazia Cristiana. Nel 1973 viene trasferito alla sezione civile del Tribunale di Trapani. Nel luglio 1978, torna a Palermo. In quell’anno, la Bonnici lascia Falcone.
Dopo l’omicidio del giudice Cesare Terranova, nel settembre del 1979, nonostante le preoccupazioni familiari, accetta l’offerta che da tanto tempo Rocco Chinnici gli proponeva e passa all’Ufficio istruzione della sezione penale. Non è l’unico ad essere corteggiato da Chinnici, che chiama anche Paolo Borsellino, che divenne collega di Falcone nello sbrigare il lavoro arretrato di oltre cinquecento processi. Nel maggio del 1980 Chinnici affida a Falcone la sua prima inchiesta contro Rosario Spatola, un costruttore edile palermitano che doveva la sua fortuna al riciclaggio di denaro frutto del traffico di eroina dei clan italo-americani, guidati da Stefano Bontate, Salvatore Inzerillo e Carlo Gambino.
Alle prese con questo caso, Falcone comprende che per indagare con successo le associazioni mafiose era necessario basarsi anche su indagini patrimoniali e bancarie, ricostruire il percorso del denaro che accompagnava i traffici e avere un quadro complessivo del fenomeno. Nota che gli stupefacenti vengono venduti negli Stati Uniti così chiede a tutti i direttori delle banche di Palermo e provincia di mandargli le distinte di cambio valuta estera dal 1975 in poi. Alcuni telefonarono personalmente a Falcone per capire che intenzione avesse e lui rimase fermo sulle sue richieste. “Seguendo i soldi”, il magistrato riesce a cominciare a vedere il quadro di una gigantesca organizzazione criminale: Cosa nostra. Risale così al rapporto fra gli amici di Spatola e la famiglia Gambino, rivela i collegamenti fra mafia americana e siciliana. Il 6 agosto dello stesso anno viene ucciso il procuratore capo di Palermo Gaetano Costa e subito dopo assegnarono la scorta a Falcone.
Grazie a un assegno dell’importo di centomila dollari cambiato presso la Cassa di Risparmio di piazza Borsa di Palermo, il magistrato trova la prova che Michele Sindona si trova in Sicilia smascherando quindi il finto sequestro organizzato a suo favore dalla mafia siculo-americana alla vigilia del suo giudizio. Nei primi giorni del mese di dicembre 1980, Falcone vola a New York per discutere di mafia e stringere una collaborazione con Victor Rocco, investigatore del distretto est. Entrando negli uffici di Rudolph Giuliani rimane stupito dall’efficienza e dai loro strumenti, fra i quali vi è il computer. La sua credibilità gli apre le porte con gli agenti della Dea e dell’Fbi.
Sono anni tumultuosi che vedono la prepotente ascesa dei Corleonesi, i quali impongono il proprio feudo criminale insanguinando le strade a colpi di omicidi. Tra queste vittime anche svariati e valorosi servitori dello Stato come Pio La Torre, principale artefice della legge Rognoni-La Torre (che introduce nel codice penale il reato di associazione mafiosa), e il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Il 6 giugno 1983, Rosario Spatola viene condannato, insieme con 75 esponenti della cosca Spatola-Gambino-Inzerillo, a dieci anni di reclusione ma sarebbe stato arrestato a New York dall’Fbi, in collaborazione con la polizia italiana, solo nel 1999. Il processo Spatola rappresenta un grande successo del magistrato perché viene riconosciuto uno schema operativo, definito come “metodo Falcone”.