Una lezione utile

Si è costruito male? Parlano gli esperti

Il sisma del 24 agosto ha creato una devastazione pari a quella di un bombardamento. Ancora una volta, paesi distrutti, decine e decine di vite spezzate. L’Italia, con la sua alta sismicità, torna così a domandarsi se morire sepolti sotto la propria casa sia una probabilità dalla quale solo la fortuna può salvare. È così? No, stando agli analisti. Ignoranza, mancanza di memoria e malaffare sono alleati straordinari della furia della terra. Si sbriciolano case, scuole, campanili anche là dove si dichiara di aver realizzato interventi di messa in sicurezza. E allora, la scuola e l’ospedale di Amatrice e il campanile di Accumoli diventano oggetto di indagine da parte della Procura. Mentre si piangono anche i morti dell’Hotel Roma, anch’esso ad Amatrice, inaugurato più di 100 anni fa, famoso per gli spaghetti all’amatriciana speciali. L’albergo delle visite di Carlo Azeglio Ciampi e di Papa Giovanni Paolo II. È una di quelle opere edilizie nel mirino delle indagini. L’edificio è letteralmente imploso, tutti i solai sono collassati. Si indaga se, dopo il sisma dell’Aquila nel 2009, si fosse davvero adeguato alla normativa antisismica.

“Ad Amatrice mai vista una cosa del genere”

Il j’accuse del geologo Mario Tozzi. Intervista di Alessandra Solarino

La scuola Capranica

L’edificio, intitolato a Romolo Capranica, è una costruzione di due piani a forma di “U”, con un corpo centrale dove si trova l’ingresso principale e due ali a sinistra e a destra. Il crollo più grave ha riguardato il corpo centrale, il resto della struttura ha resistito alle prime scosse di terremoto, ma è rimasto danneggiato da quelle successive. La scuola, inaugurata nel 1936 e ampliata in due occasioni, era stata ristrutturata l’ultima volta nel 2012. È proprio su questi interventi, che hanno previsto lavori di adeguamento sismico, che la procura sta indagando.

L’Hotel Roma

Dal registro dell’albergo, 30 gli ospiti presenti la notte del sisma. In 7 sono rimasti sotto le macerie. Un tecnico intervenuto sul posto ha rilevato: “Le colonne erano troppo sottili e contenevano pochissimo ferro, quattro cavi ogni colonna. Inoltre erano prive delle staffe che per legge dovrebbero essere poste una ogni 10-20 centimetri (a seconda delle normative). Infine, sul posto, si è potuto accertare che il cemento utilizzato era povero visto che si è sbriciolato lasciando in evidenza i cavi di ferro”.

Analizziamo i crolli

Gherardo Gotti, ingengnere, ha analizzato le immagini della devastazione causata dal sisma e ne ha ricavato una “lezione” sulle tecniche di costruzione adottate in zone ad alto rischio sismico. Intervista di Andrea Gerli

“Gli effetti del terremoto si possono prevenire”

Elio Masciovecchio, presidente degli ingegneri dell’Aquila: “Ci sono tecniche innovative che permettono di ristrutturare gli edifici dell’Appenino”. “Lo stiamo facendo all’Aquila, ex post. Andrebbe fatto prima”.

Ricostruzione 9/9 Continua